Ho terminato, un po’ a fatica, questo libricino di E. De Martino del 1959 che affronta il tema della magia vissuto nel Sud Italia di quegli anni.
Di seguito qualche riflessione.
Ho terminato, un po’ a fatica, questo libricino di E. De Martino del 1959 che affronta il tema della magia vissuto nel Sud Italia di quegli anni.
Di seguito qualche riflessione.
Lo scorso weekend sono stato ad un incontro dove un professore di filosofia ha raccontato il tema delle possessioni nelle varie culture di tutto il mondo.
Questo fenomeno è infatti presente ovunque, in parte ancora oggi, ed assume colori, forme ed interpretazioni differenti in base al contesto culturale di riferimento.
Chiusi nella parte intima dell’edificio cultuale, i novizi continuano a essere ‘ posseduti ’ dallo Spirito della Società, come lo erano al momento del loro ‘rapimento ’ nella foresta. Questo ‘ possesso ’ equivale alla loro morte nella Potenza soprannaturale. A un certo momento i novizi, provvisti o no di maschere, superano’ il tramezzo e prendono parte alle danze. Essi imitano il comportamento dello Spirito della Società e proclamano con la loro mimica che lo incarnano. Identificato con lo Spirito, il novizio è ‘fuori di sé’, e una parte essenziale della cerimonia della iniziazione consiste appunto negli sforzi dei membri anziani della Società per ‘addomesticarlo’ con danze e canzoni. Il novizio è progressivamente guarito dall’eccesso di potenza acquistata in virtù della presenza divina; è diretto verso un nuovo equilibrio spirituale, aiutato a integrarsi in una nuova personalità, qualitativamente diversa da quella che egli aveva prima dell’incontro con la divinità, ma tuttavia una personalità ben strutturata che deve subentrare al tumulto psichico del possesso.
La nascita mistica – Mircea Eliade
Si sentiranno emotivamente partecipi e in loro si compirà questa deduzione, che non arriva alla coscienza: “Se motivi del genere possono provocare questi attacchi, allora posso averli anch’io, perché ho gli stessi motivi”.
Sigmund Freud – L’interpretazione dei sogni
Se questa deduzione potesse arrivare alla coscienza, forse sfocerebbe nella paura di avere lo stesso attacco; ma essa si compie su di un altro terreno psichico e perciò sfocia nel manifestarsi del sintomo temuto.
L’identificazione non è dunque una semplice imitazione, bensì un’appropriazione, basata sulla stessa pretesa eziologica; essa esprime un “nello stesso modo” e si riferisce a un qualcosa di comune che rimane nell’inconscio.
Il passaggio citato mi ha fatto pensare al fenomeno delle isterie di massa che prendono forme differenti in base alla cultura del luogo (es. in quella cristiana i fenomeni di possessioni in massa).
Trovo interessante la frase centrale: se la deduzione salisse alla coscienza, non ci si farebbe “contagiare” dall’isteria di massa, rimarrebbe soltanto la paura.
Ma se la deduzione non sale alla coscienza, rimanendo in un territorio psichico più basso, il “contagio” può accadere.
Con il “decreto anti-rave” questo Governo sembra voler dare una stretta a questo fenomeno considerato preoccupante da molti.
Sembra una tematica molto molto attuale: i rave sono un fenomeno piuttosto recente (sono nati tra gli anni 80 e gli anni 90 e il movimento è ancora vivo tutt’oggi) ed è recentissimo anche il tentativo di bloccarli da parte del Potere nel nostro Paese.
Mi ha fatto sorridere l’aver letto – su “Il dio che danza” di P.Pecere – il fatto che tutta questa storia sia in realtà antichissima.
Semplicemente i rave non si chiamavano rave ma danze bacchiche.
E anche le “Giorgia Meloni” dell’epoca facevano di tutto per contrastarle.