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Loggia Nera, Loggia Bianca

La mia gente è convinta che la Loggia Bianca sia un luogo dove vivono gli spiriti che governano gli uomini e la natura. […] C’è anche una leggenda su un posto chiamato la Loggia Nera, cioè l’io-ombra della Loggia Bianca. Questa leggenda dice che ogni spirito deve passare di lì se vuole raggiungere la perfezione. Solo lì potrai incontrare l’io-ombra che ti appartiene. Noi la chiamiamo anche “La dimora del limite estremo”. […] Ma fa attenzione, se entri nella Loggia Nera e il tuo cuore non è saldo, allora la tua anima sarà incenerita.

Hawk, personaggio di Twin Peaks

Cosa c’è nella Loggia Nera per me?
Sicuramente la dura “verità” (?) del nichilismo, a cui la razionalità mi fa giungere fino a questo punto della ricerca.
Sicuramente il crollo di alcune di quelle che credevo certezze, come l’infallibilità dei miei genitori.
Sicuramente la consapevolezza dell’assenza di garanzie per il futuro e il terrore di fronte all’idea della morte.

Questo è quello che ho trovato laggiù, nella Loggia Nera, che è l’Inferno.

Nei momenti in cui mi sento più giù e il mio cuore non è saldo, mi sento davvero come se la mia anima venisse incenerita.

Ma se esiste la Loggia Nera, deve esistere anche la Loggia Bianca.
Se c’è il Male, deve esserci anche il Bene.
E questo è innegabile, persino per la razionalità.

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L’ingresso in Paradiso

L’ideale del Bodhisattva è anche coerente con la dottrina buddhista del non-io in quanto, se non esistono dei sé separati e individuali evidentemente l’idea di un individuo singolo che enti da solo nel nirvāna non ha molto senso.

Fritjof Capra – Il Tao della fisica

In termini Occidentali, potremmo dire che il Bodhisattva è un Santo che rinuncia al Paradiso e decide di rimanere sulla Terra: fintanto che TUTTI non saranno diventati Santi, fintanto che tutti non saranno “in salvo” lui non abbandonerà la nave.
Perché la salvezza non è legata ad un “io” è necessariamente una materia che riguarda tutta l’umanità nel suo insieme.

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Il male e il bene in una visione non morale

Sandro Botticelli – Inferno

In questa fase specifica della mia vita, quando sento parlare di “morale”, di “dovere”, di “precetti”, ho una sensazione di fastidio, tipo orticaria.
Al contrario sono molto attratto nel dare una lettura non moralistica della realtà, delle regole, delle leggi e anche del male e del bene. Una lettura più esistenzialista, concreta, afferrabile, tangibile, probabilmente anche più razionale.

Nel libro “12 rules for life” ho trovato proprio questo approccio nel descrivere certi aspetti dell’esistenza dell’uomo.

Il dolore e la sofferenza sono caratteristiche della condizione umana.
Alcune persone, più sfortunate, vivono davvero molte disgrazie nella propria vita, ricevono molto male: queste persone si inaspriscono, si inaridiscono e cercano di proteggersi così, come possono, dai colpi inferti dal destino.
Cresce dentro di loro, un sentimento di delusione, amarezza, rabbia, disgusto, disperazione che sfocia con desideri violenti di vendetta.
La vendetta in questi casi sembra confondersi con quel nobile senso di giustizia che si prova di fronte al dolore innocente.