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Comunicazione

Perchè serve il tasto dislike

Le emoticon sono un mezzo espressivo imprescindibile nella comunicazione sui social: gli “smile” non sono infatti solo abbellimenti simpatici, ma tentano di colmare l’assenza del “non verbale” (tono della voce, espressioni facciali, etc.) che in comunicazione ha un peso davvero elevato.

Facebook, da diverso tempo, ha introdotto l’uso delle emoticon anche nelle reaction, invitandoci ad esprimere l’emozione immediatamente provata a seguito della lettura di un certo pensiero.
La funzionalità è stata introdotta da Facebook al posto del tasto “dislike”, tanto richiesto dagli utenti: in questo modo, anzichè avere solo 2 opzioni (mi piace o non mi piace), si ha a disposizione un ventaglio di opzioni per esprimere la propria reazione al post. Secondo me c’è anche un altro motivo dietro alla scelta dell’azienda ed è quello di poter effettuare analisi ancor più dettagliate dei comportamenti umani di fronte a determinati contenuti (un conto è sapere solo cosa ti piace e cosa no, un conto è sapere l’emozione specifica che hai provato… e le emozioni sono molto potenti quando si deve vendere qualcosa! ma questo è un altro discorso).

Una delle mie obiezioni in merito a questa funzionalità, è l’assenza di una “reaction” che esprima immediatamente il fatto di non essere d’accordo con quella opinione.
Gli utenti, in questo caso, usano rare volte rabbia o pianto, ma nella stragrande maggioranza dei casi usano questa:

La risata.

Questa risata significa sarcasmo. E il sarcasmo significa: “guarda quanto sei coglione” che a sua volta significa “io sono meglio di te“.

Non è meglio allora mettere un semplice tasto dislike? Un tasto che mi mette alla pari con l’Altro e che semplicemente dice “io non sono d’accordo con te” senza farmi salire sul piedistallo.

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Libri

Classifica migliori 10 libri del 2020

In questo 2020 ho letto davvero molto: la pandemia sicuramente mi ha invitato a farlo, ma poi sono stato travolto dalla lettura. E’ diventata una sorta di droga, ma una droga che ti fa star bene anche il giorno dopo.

Ecco la classifica dei 10 libri che più ho amato in questo anno e che inevitabilmente mi hanno cambiato.

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Comunicazione Libri

Fluidità cognitiva

Ti è mai capitato di lasciarti sfuggire una confidenza in un certo contesto (lavorativo o non) e poi pentirtene qualche ora più tardi? Magari ti sei dato dello stupido e non ti spieghi come mai non sei riuscito a tenere quella confidenza per te… eppure sembrava proprio di essere “tra amici”!

C’è una spiegazione in realtà del perché accade questo e, ancora una volta, questa viene usata dai maghi della persuasione (commerciali, markettari, capi,…).

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Riflessioni

Riflessioni sulla fotografia

La fotografia è senza dubbio una passione che accomuna moltissime persone. Ne sono rimasto suggestionato anche io.

Quello che più mi affascina è lo sforzo del fotografo nel ricercare il bello anche dove non c’è: dimostra che il bello alla fine si trova sempre, ma sguardi disattenti non possono scovarlo. La miopia mi ha insegnato a vedere le cose da vicino invitandomi a ricercarne il segreto nascosto e a soffermarmi sul dettaglio: il fotografo mi pare faccia proprio questo.

La foto diventa opera d’arte quando apre un mondo. Soprattutto le fotografie in bianco e nero riescono a compiere questa magia: la loro incompletezza (l’assenza del colore) invita l’osservatore a completarla, a mettere qualcosa di suo per completare il quadro. Un po’ lo stesso motivo per cui un libro è sempre più bello del film: quando leggo ci metto qualcosa di mio, sono io il regista, sono io che decido il volto del protagonista, la voce del cattivo. Nel film lo fa qualcun altro al mio posto.

C’è anche un lato oscuro nella fotografia. Questo viene fuori quando si ha la brama di catturare ogni istante della propria vita. Ogni viaggio, ogni esperienza, ogni incontro è disturbato dalla pretesa di volerlo rendere immortale, di non lasciarsi sfuggire niente, di collezionare ogni istante per poi archiviarlo. I video hanno un lato oscuro ancor più potente: anziché ascoltare un concerto, preferisco riprenderlo dallo smartphone, così da poterlo avere sempre con me. Questa avidità distrugge così la vita di quel momento, in favore della morte di un file nell’hard disk di un computer.

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citazioni Riflessioni

Punti di vista

Il 10% della vita è composto dalle cose che ci capitano, il 90% dipende dalla nostra reazione agli eventi.

Stephen Covey
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Comunicazione Libri

I pensieri “correlati”

Il nostro cervello funziona per associazione di idee.
E’ questo il meccanismo alla base dell’apprendimento di un bambino, che sentendo usare certi “suoni fonetici” in specifiche situazioni dai grandi, impara per ripetizione ed associazione il nome delle cose.
E’ questo il meccanismo che spiega anche come un concetto letto su un libro di scuola è più facilmente ricordabile se affiancato da una fotografia.
E’ questo il meccanismo che spiega come mai il testo di una canzone si impara molto rapidamente rispetto al testo di una poesia: le note musicali creano degli “appigli”, dei legami, con le parole. Ricordando la musica, automaticamente ci ricordiamo le parole.

Questi “collegamenti” vengono fatti dal nostro cervello in maniera automatica, senza sforzo. La maggior parte del lavoro del pensiero associativo non è neanche consapevole, ma avviene in modalità “silente”, è celata al nostro sé conscio.

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Comunicazione Libri

Stanchezza mentale

Sto proseguendo la lettura di “Pensieri Lenti e Veloci”: essendo un libro particolarmente impegnativo e ricco di concetti, cerco ogni tanto di fermarmi per fare un punto, scrivendo quello che più mi ha colpito.

Avevamo già visto come la parte del nostro cervello più razionale, affidabile e complessa (“Sistema 2”) richieda molte energie, mentre la parte del nostro cervello intuitiva e immediata (“Sistema 1”) è invece sempre attiva.

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Libri

Dentro al cervello

Ho iniziato a leggere da diversi mesi il libro di Daniel Kahneman intitolato “Pensieri lenti e veloci“: questo professore è un noto psicologo, tuttavia la sua opera ha destato profondo interesse soprattutto in ambito “marketing”, tanto da ricevere addirittura il Nobel per l’economia nel 2002.

Il libro infatti spiega tutti i “bug” del nostro cervello, gli errori che spesso commettiamo senza spesso neanche accorgerci. Ecco il perché del Nobel per l’economia, i geni del mal…marketing possono sfruttare queste “falle” del cervello per massimizzare le vendite.

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Varie

mkdir notedileonardo

Benvenuto nel mio blog! Oggi 1 Aprile (giorno non casuale) apro questo spazio con lo scopo di inserire appunti, note, mini tutorial sulle cose che mi capita di affrontare nel lavoro (e nella vita, forse).

Principalmente servirà a me come tecnica di studio, secondariamente può tornare utile a qualcuno.

Ciao!
Leonardo