Iniziazione

Promozioni sul campo di battaglia e cavalierato sono modi di riconoscere che gli Eroi hanno superato una prova e sono entrati in un gruppo speciale di sopravvissuti. Il termine generale che Campbell usa per ciò che chiamiamo secondo atto è “iniziazione”, un nuovo inizio in un nuovo rango.
L’Eroe, dopo aver affrontato la morte, è veramente una creatura nuova.

C.Vogler – Il viaggio dell’Eroe

Con l’iniziazione nelle società segrete, nelle associazioni femminili o maschili si viene messi a conoscenza di certi segreti e si è costretti a giurare di non svelarli mai. Potrebbe essere necessario superare alcuni test per dimostrare il proprio valore, Prove centrali rituali che rappresentano la morte e la rinascita, e assumere un nuovo nome o un nuovo rango, a testimonianza della nuova nascita.

C.Vogler – Il viaggio dell’Eroe

Ho già incontrato questo concetto molte volte e in altri libri, ma puntualmente lo sottolineo.

Secondo me dobbiamo riportare questi rituali anche nelle nostre società moderne, ne abbiamo bisogno.
Lo sport, per il maschio soprattutto, può essere un campo fertile per il ritorno delle iniziazioni con lo scopo di aiutare la crescita di un ragazzo nel delicato passaggio verso la vita adulta.

Un ragazzo che entra in una squadra di rugby o di calcio o di basket, potrebbe anzitutto entrare a far parte delle giovanili dove può imparare la tecnica e può già iniziare ad entrare nelle dinamiche di gruppo.
Già questo può essere un primo passaggio che lo separa dalla culla sicura delle mura domestiche, dall’abbraccio caldo di mamma e papà.

Quando il ragazzo diventa adolescente potrebbe essere molto utile prevedere un rituale di iniziazione per il passaggio nella squadra dei grandi.
Dovrebbe essere una prova fisica da superare, piuttosto pericolosa/faticosa e carica di tensione emotiva.
Per preservare l’incolumità dell’individuo, deve esserci un’adeguata preparazione atletica e psicologica, tenuta dal Mentore, l’allenatore o il preparatore.
Quando l’allenatore valuta che il ragazzo è pronto, allora si fisserà il giorno della prova.

Nel giorno della prova i ragazzi ritenuti pronti al passaggio, saranno accompagnati dalle loro famiglie, da mamma e papà.
A questo punto l’allenatore dovrebbe “strappare” il ragazzo da loro e condurlo fino alla soglia della prova.
A questo punto il ragazzo deve superare il percorso ad ostacoli e superare la prova fisica, sporcandosi le mani di fango e sudore.
Se il ragazzo non supera la prova, dovrà attendere il prossimo anno.
Se invece il ragazzo supererà la prova, sarà accolto nella prima squadra, nel gruppo degli adulti.
Gli sarà consegnata la maglia con il suo nome e sarà a tutti gli effetti un membro adulto del team.

L’ideale sarebbe non tornare più nella casa d’origine, ma fare in modo che il ragazzo possa vivere per conto suo, vicino ai membri adulti della squadra.
Ovviamente sarebbe poco plausibile, perciò potrebbe bastare anche solo qualche notte fuori casa, ad esempio partendo in trasferta con la prima squadra verso un luogo lontano.
Quel giorno non sentirà al cellulare né la madre né il padre, terrà il telefono spento e dovrà sentire la solitudine della separazione: il taglio del cordone ombelicale è avvenuto e si deve sentire-sopportare il dolore.
La crescita fa male, ma è un dolore giusto.

Questo sarà un giorno che il ragazzo si ricorderà per tutta la vita.
E’ il giorno in cui è passato da bambino ad adulto.
Tutti lo riconoscono come tale.
E lui dovrà fare altrettanto con sé stesso.

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